Vino e Italia sono due parole che vanno di pari passo, non si può infatti pensare al Bel Paese senza andare con la mente, immediatamente, anche alla lunga tradizione del territorio in ambito vinicolo e culinario. La reputazione del vino italiano è stata sempre molto alta, forse non ai livelli delle produzioni francesi che hanno saputo vendersi meglio all'estero ma non certo per quanto riguarda la qualità, sempre di natura eccellente.
Bisogna considerare che l'espansione in territorio extra nazionale è avvenuta solo a partire dalla metà del secolo scorso, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. I produttori italiani erano già ben consolidati, ma esclusivamente in Italia. Con il recupero dell'economia e la globalizzazione, soprattutto a partire dagli anni '90, ci fu un impulso espansivo internazionale, nei Paesi che non avevano produzioni vinicole e che quindi dovevano procurarsi la bevanda dall'estero (magari per esporla in una cantinetta vino plus!).
Perché il vino italiano piace?
Sono stati compiuti molti studi in merito e questi hanno portato svariati risultati diversi, tuttavia sembra che il fattore principale che spinge gli acquirenti a scegliere vini italiani, anche all'estero, è il fattore etichetta “Made in Italy”. Il concetto di Made in Italy va necessariamente analizzato in modo più attento dal momento che il fascino che questo esprime, soprattutto sui consumatori internazionali, è notevole. Tale etichetta si è andata a inserire in un mercato non solo sottintendendo un prodotto di alta qualità, ma anche unico nel suo genere e non necessariamente in competizione con altri. Chi apprezza la cultura italiana ed è attirato dalla lunga storia millenaria del Paese tende ad acquistare prodotti anche fidandosi di questa etichetta.
Con questo non voglio dire che il vino italiano non sia buono e riesca a vendere solo in seguito a un'operazione di marketing ben studiata, ma che questa è una parte fondamentale del successo delle nostre produzioni.
Il consolidamento del successo dagli anni 2000
Al volgere del nuovo millennio, tutte le pratiche messe in atto dai produttori hanno iniziato a dare i frutti sperati, con un boom di vendite non solo all'estero ma anche nel mercato domestico, che nelle decadi precedenti era invece diminuito a seguito dell'introduzione di altri alcolici. La ricerca della qualità è stata abbracciata dalla maggior parte dei produttori equipaggiati con strumenti in grado di inseguire questo obiettivo, da qui uno spiccato interesse per il Prosecco, realizzato nelle regioni del Nord-Est d'Italia. Indubbiamente, puntare alla fascia di clienti che cerca vini di qualità è stata una buona strategia, tuttavia non è l'unica adottata perché molti si sono invece lanciati sulle fasce economiche, soprattutto le cooperative.
L'ambito vinicolo attuale
Ciò che rende unica l'Italia, almeno per quanto riguarda la produzione vinicola, è che tutto il suo territorio è un potenziale luogo eccellente per la produzione di vino. Il nostro Paese rappresenta il 9% della produzione vinicola mondiale, classificandosi al terzo posto dopo Francia e Spagna. La differenza è che in ogni regione c'è una produzione di vino: da quelle montane a quelle di pianura, a qualsiasi altitudine e su ogni superficie. Ogni anno vengono prodotti 45 ettolitri di vino e di anno in anno, l'Italia e la Francia si alternano sul podio dei più grandi produttori di vino del mondo.
Naturalmente tutti i dati e le informazioni in merito possono variare di anno in anno, in base al raccolto, ai fenomeni atmosferici e anche fattori esterni che possono aver influito sulla capacità produttiva del Paese.
In conclusione
Per rispondere alla domanda che ha dato spunto a questo articolo: sì, la reputazione del vino italiano è aumentata esponenzialmente nell'ultimo decennio e, dati gli sforzi degli agricoltori, sembra che continuerà a migliorare ulteriormente. Se sei un appassionato di vino, ricorda che il nostro Paese offre tantissime etichette diverse, tutte eccellenti, che meritano un posto nella tua cantinetta vino 12 bottiglie: scegli Made in Italy!