Sono numerose le persone che decidono di ricorrere a una donazione o a un lascito per far avere i propri beni alle persone care. La donazione e il lascito testamentario, però, costituiscono due procedimenti diversi, ed è per questo motivo che occorre conoscere le caratteristiche dell’uno e dell’altro. A volte, anche per questo, si hanno dubbi e perplessità a proposito della strada da seguire e del corretto modus operandi. Spesso per esempio ci si chiede se donare la propria eredità prima o dopo la morte: è questa, appunto, la differenza fra donazione e lascito.
La ripartizione dell’eredità
Che cos’è un lascito testamentario, dunque? Molto semplicemente è la soluzione a cui ricorrere quando si desidera devolvere il proprio patrimonio solo post mortem. In caso contrario, e cioè quando il patrimonio (o una sua parte) viene devoluto mentre si è in vita, si sceglie la strada della donazione. Sia in un caso che nell’altro, comunque, è necessario rispettare quella che viene definita quota di legittima. In pratica il patrimonio ereditario comprende due parti, di cui una è la quota che può essere usufruita da qualunque tipo di destinatario, mentre l’altra è quella che, dal punto di vista legale, spetta ai discendenti e ai familiari, come i figli, il coniuge, e così via.
Donazione e lascito: la differenza
Come si può facilmente intuire da ciò che si è detto fino a questo momento, non è complessa la differenza tra la donazione e il lascito, in quanto essa ha a che fare prettamente con i tempi di fruizione da parte dei destinatari a cui spetta il patrimonio. Nel caso del lascito i beneficiari dei beni hanno la possibilità di fruire degli averi unicamente dopo la morte del proprietario. Nel caso della donazione, invece, i beni possono essere fruiti quando il proprietario è ancora vivo. Nella maggior parte dei casi la donazione di un bene immobile è da evitare se si ha in mente di rivendere subito il bene, dal momento che per legge gli eredi legittimi hanno la facoltà di chiedere che il bene che è stato donato venga restituito loro se la loro quota di legittima è stata lesa.
Come procedere con la donazione dei beni e il testamento
Se i legittimi eredi di un bene che è stato donato a un altro beneficiario ritengono che la loro quota di legittima sia stata lesa (si parla, dunque, di una donazione e non di un lascito testamentario), è loro facoltà richiedere l’azione di riduzione. Essa è così chiamata perché è finalizzata a ridurre il valore della donazione. Una soluzione alternativa è rappresentata dalla restituzione del bene, anche se esso nel frattempo è stato ceduto dal donatario a un soggetto terzo. Devono passare 20 anni prima della scadenza dell’azione di restituzione del bene nei confronti del terzo che compra dal donatario, a partire dalla data di trascrizione della donazione. Ciò non è vero solo nel caso in cui il proprietario, al momento della vendita, presti la garanzia per evizione del bene.
Quanto si spende
È lieve la differenza tra una donazione e un lascito, dal momento che è possibile suddividere il patrimonio fra gli eredi sia attraverso disposizioni testamentarie specifiche, sia attraverso atti di donazione successivi. Dal punto di vista dei costi, poi, è bene tenere conto della tassazione che si applica sia al lascito testamentario che alla donazione. Tanto le franchigie quanto le aliquote sono identiche per la successione e per la donazione; esse cambiano a seconda del legame di parentela e se è coinvolto un soggetto con disabilità. Se si ha intenzione di provvedere a una donazione occorre ricordare che la sottoscrizione di un atto pubblico presuppone il pagamento delle spese notarili. Viceversa, non si spende niente per redigere un testamento olografo, dato che si tratta di un documento che il testatore redige in completa autonomia.