Tutti noi abbiamo sentito parlare di RSA per anziani e Case di riposo, ma esattamente cosa sono le RSA? Proviamo a dare una risposta.
Le RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) nate in Italia a partire dagli anni ‘90, grazie alla legge finanziaria per gli investimenti sanitari (L. 67/1988), sono Strutture Sanitarie (pubbliche o private) il cui scopo è quello di fornire assistenza extraospedaliera ai soggetti non autosufficienti ai quali vengono offerti servizi ospedalieri, riabilitativi e alberghieri. Tale Legge è stata emanata per un motivo ben preciso: la constatazione dell’aumento del numero degli anziani nel nostro Paese che, secondo le previsioni ISTAT dell’epoca avrebbe portato entro il 2030 ad una quota di anziani ultrasettantenni di circa il 27% della popolazione.
Questo dato ha portato all’attenzione l’urgenza di creare Strutture che potessero fornire assistenza extra-domiciliare a tutti coloro che non fossero più autosufficienti e che non trovavano all’interno delle mura domestiche l’assistenza di cui avessero bisogno, soprattutto per quanto riguarda le questioni medico-infermieristiche.
Volendo dare una definizione ben precisa di cosa effettivamente sia una RSA, possiamo citare quella racchiusa nel D.P.R. 14/01/1997 secondo cui “ Le RSA sono dei presidi che offrono a soggetti non autosufficienti, anziani e non, con esiti di patologie, fisiche, psichiche, sensoriali o miste, non curabili al domicilio, un livello medio di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa accompagnata da un livello alto di assistenza tutelare ed alberghiera modulato sulla base del modello assistenziale adottate dalle regioni e province autonome.”
Cosa offre quindi una RSA?
- Un sistema residenziale che rispetti i bisogni individuali di riservatezza e privacy dei pazienti ricoverati presso la struttura;
- Un’assistenza individuale che tuteli tutti i pazienti grazie ad un’assistenza medica, infermieristica e riabilitativa.
Strutture di accoglienza: non solo le RSA
Parlando di Strutture di accoglienza, occorre fare prima di tutto una distinzione. Vi sono infatti:
- Strutture residenziali: le quali prevedono accoglienza diurna e notturna sia per tempi determinati che a tempo indeterminato
- Strutture semi residenziali: che al contrario prevedono l'assistenza solamente durante il giorno.
Una volta chiarito questo aspetto, vediamo quali sono i diversi tipi di Strutture di accoglienza e case di riposo in Italia oltre al significato di RSA di cui abbiamo già parlato:
- RSSA – Residenza Socio Sanitaria Assistenziale
- RAA – Residenza Alberghiera Assistenziale
- RAF – Residenza Assistenziale Flessibile
- RSA / M – Residenza Sanitaria Assistenziale Medicalizzata
- CRS – Centro Socio Riabilitativo
- CRA – Casa Residenza Anziani
- CSR / D – Centro Socio Riabilitativo Diurno
- NAT (Nucleo Alzheimer Temporaneo)
- HOSPIS – Struttura Socio Sanitaria Residenziale per malati terminali convenzionata SS
- C.D.C.D. – Centro per deficit cognitivi e demenze
Come possiamo notare, sono numerose sigle che ruotano intorno alle definizioni delle varie strutture sanitarie. La diversificazione della nomenclatura dipende principalmente dalla diversificazione dei servizi prestati all’interno delle strutture.
Strutture di accoglienza e case di riposo : l’aspetto assicurativo
Ora che abbiamo visto cosa vuol dire RSA, parlando di Strutture di Sanitarie occorre fare il punto anche sull’aspetto assicurativo. Riassumiamo brevemente cosa deve coprire un’assicurazione per le case di riposo.
Negli ultimi anni, la Giurisprudenza italiana è intervenuta sulla materia della responsabilità delle Strutture Sanitarie e del personale medico che opera al loro interno. In base alla Legge Gelli – Bianco dell’ 8 marzo 2017, ogni Struttura Sanitaria che sia pubblica o privata, è obbligata a stipulare un’adeguata copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi e verso prestatori d’opera, “o di altre analoghe misure“ per fronteggiare qualunque richiesta di risarcimento. In altre parole, una RSA o una casa di riposo è obbligata per legge a contrarre un’assicurazione che copra gli eventuali danni causati ai pazienti o agli ospiti della struttura dai professionisti sanitari che operano al suo interno, sia che si tratti di dipendenti della Struttura stessa, sia che si parli di collaboratori esterni.
Questo perché dal momento in cui una qualsiasi Struttura Sanitaria decida di avvalersi dell’attività altrui per adempiere ai propri obblighi sanitari assistenziali, la stessa Struttura Sanitaria si assume il rischio e la responsabilità dei danni che potrebbero derivare al paziente per l'attività del terzo. Naturalmente, va precisato che nonostante sia la Struttura a coprire i vari professionisti sanitari che operano al suo interno per quanto concerne la colpa lieve, questi siano comunque obbligati (sempre tramite la Legge Gelli) a stipulare una polizza per colpa grave.