Finalmente una buona notizia. Sembra, infatti che l’Italia si piazzi tra i primi Paesi in Europa per riciclo di rifiuti speciali. C’è, però, anche una cattiva notizia: la produzione di questi rifiuti continua ad aumentare. Se nel 2016 era cresciuta del 2% con 135 milioni di tonnellate, confrontando i numeri con il 2014 il tasso di crescita è del 4,5%.
Rifiuti speciali, il riciclo
Sul riciclo il nostro Paese è decisamente attivo. L’Italia è ai primi posti in Europa per il riciclo, ottenendo un ottimo 65% nel 2016. Tuttavia, c’è molto lavoro da fare, ancora oggi, sulla prevenzione dei rifiuti speciali. Pare, infatti, che ne produciamo ancora moltissimi e siamo ben lontani, così, dall’obiettivo stabilito dal Programma Nazionale di Prevenzione nel lontano 2013, che aveva fissato entro il 2020 la diminuzione del 5% per la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi e del 10% per i rifiuti speciali pericolosi.
Rifiuti speciali, i numeri
Ma vediamo più nel dettaglio quanti rifiuti speciali produciamo. I rifiuti speciali vengono prodotti quattro volte di più rispetto a urbani, ovvero parliamo di 135 milioni di tonnellate rispetto a 30 milioni di tonnellate. Il maggior aumento si è registrato per la categoria dei “pericolosi”, che hanno raggiunto quota 9,6 milioni di tonnellate con un +5,6% rispetto al 2015, invece i rifiuti non pericolosi hanno raggiunto i 125 milioni di tonnellate, segnando più 1,7%. Ma quali sono i rifiuti speciali più prodotti? Sicuramente quelli che arrivanp dal comparto costruzioni e demolizioni, che raggiungono quasi 55 milioni di tonnellate e rappresentano oltre il 40% dei rifiuti speciali. Subito dietro troviamo i rifiuti prodotti da chi tratta rifiuti e risanamento (27,2%), poi da chi opera nel manifatturiero.
Lo smaltimento dei rifiuti pericolosi
Arriviamo ora all’argomento smaltimento. L’Italia va molto bene sul recupero di materia, una performance che potrebbe registrare un ulteriore miglioramento con un riciclo più quali-quantitativo attraverso criteri end-of-waste. Se parliamo di riciclo di qualità, infatti, intendiamo il rinserimento dei materiali all’interno dei cicli produttivi, con una significativa riduzione del ricorso allo smaltimento e alla discarica. I rifiuti speciali, infatti, necessitano di un sistema di smaltimento rifiuti ad hoc, gestito da imprese specializzate nel settore, come Nieco. Per quanto riguarda, invece, i rifiuti speciali portati all’estero, nel 2016 sono stati oltre 3 milioni di tonnellate, di cui poco più di 2 quelli non pericolosi e 1 milione quelli pericolosi, inviati soprattutto in Germania. Al contrario, i rifiuti speciali importati in Italia da altri Paesi, rappresentano una percentuale molto bassa, sotto l’1% e arrivano soprattutto dalla Germania, dall’Austria e dall’Ungheria.