Alla morte di una persona cara non è raro che sorgano controversie in merito alla distribuzione dei beni che lo stesso lascia in eredità. In questi casi è utile contattare un investigatore privato che al fianco del cliente reperirà la documentazione necessaria per far si che la ripartizione avvenga in modo equo, corretto e legale. Ma in che modo agisce l’investigatore privato per diatribe sorte in seno ad un’eredità? Quali sono gli ambiti di intervento e in che modo può rivelarsi utile? Lo vedremo in questo articolo redatto grazie ai suggerimenti di uno stimato investigatore privato di Roma.
La suddivisione dei beni e il diritto successorio
In teoria quando una persona muore si procede alla suddivisione dei beni tra gli eredi considerati “legittimi”. Questo avviene sia sulla base del lascito testamentario che nel rispetto di quello che è conosciuto come diritto successorio. La ripartizione dei beni tra eredi diretti ed indiretti non è così immediata e semplice dal momento che ogni nucleo familiare presenta una storia differente, che può esser fatta di adozioni, divorzi, donazioni e nuove unioni. È per questo che oltre al lascito testamentario ci sono una serie di regole che disciplinano il rapporto di successione che, nel Codice Civile, viene distinta in “universale” o “particolare. La successione a titolo universale si verifica quando il successore subentra nella totalità dei diritti mentre quella particolare avviene quando la successione riguarda solo una parte di essi.
Le eredità non sono tutte uguali
Non di rado certe questioni finiscono per esser discusse in Tribunale, dando vita a quadri complessi e piuttosto articolati. Dal momento che le eredità possono coinvolgere somme di denaro, proprietà e attività commerciali è chiaro che per la ripartizione potrebbe essere necessario rivolgersi ad un investigatore privato. A cosa potrebbe servire il suo intervento?
L’investigatore privato potrebbe servire a verificare l’esistenza e la veridicità di un esecutore testamentario ma non solo. Il suo contributo potrebbe servire a identificare eredi e successori ma anche ad accertare la presenza di eventuali atti di rinuncia o accettazione. Al tempo stesso egli appura la veridicità di donazioni che spesso vengono create ad hoc per influenzare la conseguente spartizione dei beni residui del parente defunto.
L’intervento dell’avvocato
In tutti questi casi l’intervento dell’investigatore è volto a produrre un accurato dossier circa l’indagine eseguita che dovrà essere sempre accompagnato da prove valide come fotografie, video, testimonianze e documenti. Tutto il materiale prodotto dall’investigatore, quindi, potrà essere presentato in sede di giudizio qualora la controversia dovesse finire dinanzi ad un giudice. Lo stesso vale per le fasi stra-giudiziali, per le quali si consultano degli avvocati per tutelare i propri diritti ma senza passare per la decisione di un giudice. Anche in questo caso le prove dell’investigatore possono servire al cliente per difendere i propri diritti in collaborazione con l’avvocato incaricato.
Perché è preferibile non agire da soli
L’ingaggio di un professionista come l’investigatore privato, di fatto, non costituisce una ragione sulla parte opposta in un caso di eredità. Al contrario il suo compito è quello di rintracciare prove e non di difendere il cliente o manipolare la situazione. Per questo il suo ruolo non va confuso ne avvicinato a quello dell’avvocato, sebbene entrambi dispongano di competenze circa il funzionamento del nostro ordinamento. Certo è che la sua presenza garantisce lo svolgimento di un lavoro nei limiti prescritti dalla legge e con l’abilitazione prefettizia a procedere. Evitare il fai-da-te, in questi casi, è necessario proprio a non incappare nelle violazioni della sfera privata che tutti potremmo commettere con un’investigazione condotta personalmente.