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Wister e sei in rete
Novembre 20, 2020

Che cos’è e a cosa serve la fitobonifica

Uno dei problemi maggiori che affligge questi ultimi decenni il nostro pianeta è rappresentato dall’inquinamento pesantissimo carico di terreni, mari e fiumi causato da sostanze nocive per l'ambiente e per l'uomo. di recente, le autorità hanno avviato dei passi importanti per limitare questa problematica che consiste nel classificare controllare la produzione, la raccolta e lo smistamento dei rifiuti grazie anche all’aiuto di aziende specializzate nel settore come, ad esempio, la Nova Ecologica a Roma, leader anche per gli autospurghi (visita il sito https://www.novaecologica.it per informazioni).

Ovviamente, anche la ricerca scientifica si è impegnata per fornire un considerevole aiuto alla lotta contro l'inquinamento favorendo sperimentazioni e studi soprattutto sulle piante con la cosiddetta fitobonifica.

scopriamo nei prossimi paragrafi di cosa si tratta e come questa teoria può aiutare l'ambiente.

Il sistema naturale e sostenibile

La fitobonifica detta anche fitorimedio rappresenta una tecnica di nuova sperimentazione che consente di ridurre fino ad eliminare l’inquinamento del terreno da sostanze molto nocive, grazie a varie specie vegetali. Difatti, si utilizzerebbero le caratteristiche proprie di alcune di tali piante per farle nutrire dei composti inquinanti e, quindi, eliminarli dai terreni agricoli o dalle falde acquifere.

Il vetiver, una pianta originaria dell’India, e la canapa, ad esempio, sono portate ad assorbire alcuni metalli pesanti; invece, il girasole selvatico assimila cromo e nichel. Addirittura, in alcuni casi, si possono mischiare le proprietà di queste piante con quelle di alcuni batteri per aumentare ancora di più la possibilità di bonificare differenti aree: in questo caso si parla di fitorimedio assistito. Vediamo come funziona.   

Un procedimento davvero efficace

Il procedimento con il quale i componenti inquinanti di tipo organico vengono assorbiti e ridotte in sostanze degradabili dalle piante si definisce fitodegradazione; si può parlare di fitoestrazione, invece, quando i vegetali vanno ad assorbire i metalli pesanti presenti nel terreno e li conservano nella porzione epigea per essere, poi, rimossi ed eliminati mediante il raccolto tradizionale.

Come si può capire, con questo procedimento si possono bonificare ampie aree di terreno utilizzando solamente strumenti del tutto naturali e quindi sostenibili senza nessun utilizzo di sostanze chimiche, che andrebbero solamente ad apportare ulteriori problematiche.

L'azione della pianta, così come quella combinata di piante e microrganismi, è ancora in fase di studio molto presto potrebbe diventare un aiuto valido per diminuire l'inquinamento di grandi aree del nostro pianeta. per tal motivo sia nel nostro paese che all'estero, gli studi e le sperimentazioni sul campo, sono molto attive per individuare le specie migliori da usare a seconda del tipo di sostanza nociva inquinante presente nel terreno.

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